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19 ottobre 2025 - Il filo conduttore

        Il filo conduttore        

C'è un filo conduttore che unisce i miei 18 anni con gli anni recenti. Pensate, senza il mio impegno e senza i miei soldi mai avrei potuto dimostrarlo con i fatti.

Se Renato fu l'inizio adesso farò vedere dove possibile e dove invece non lo è lo racconterò. Alcune cose le avevo già fatte vedere in questo diario negli anni 2011-2014. Tuttavia l'anno in cui era deceduta mia madre avevo reso privati i post. In fondo questo diario virtuale voleva raccontare l'ultimo viaggio di Caterina e il mio sul percorso che facevo verso la casa di riposo. Una volta deceduta avevo completato il mio lavoro. Nei tantissimi post che mettevo online il giorno stesso, tutti giorni dell'anno, c'era solo ferraglia e relativi personaggi a bordo. Ma sul totale qualcosa di molto interessante l'avevo ripreso. Ogni volta sarà utile renderò visibile i post adesso privati.

Questo filo conduttore unisce tutte le forze dell'ordine e non solo i carabinieri. Incominciamo con il primo episodio accaduto nei primi anni che lavoravo nelle officine. Nella mia vita mi sono dimenticato di pagare il bollo auto 1 volta. Devo specificare che fino a molti anni fa era obbligatorio  posizionare sul parabrezza dell'auto lo scontrino quadrato, sia del bollo che dell'assicurazione. Durante l'estate ero andato con la mia auto, con un mio amico in Liguria, non ricordo se per due giorni oppure solo quella domenica. Poco importa. Passando per la Val Roya, territorio francese. C'erano ancora le frontiere, una posizionata prima della galleria del Colle di Tenda e l'altra a Olivetta nel comune di Imperia. Stavo rientrando nel tardo pomeriggio, arrivato a Olivetta solita lunga coda di auto. Si procedeva molto lentamente. L'edificio della dogana era sul lato destro della strada. Ero ancora arretrato rispetto ad alcune auto che mi precedevano. Avevo notato un militare che a distanza aveva guardato verso la mia direzione. Una dopo l'altra tutte le auto che mi precedevano erano transitate senza fermarsi molto ma una volta arrivato il mio turno il militare prima controlla i miei documenti ma poi si sposta dalla parte opposta e va a verificare i due tagliandi quadrati in basso nell'angolo del parabrezza. Mi dice di accostarmi. Il bollo presente era ancora quello dell'anno prima perchè mi ero dimenticato di pagarlo. Curioso, vero? Avevo quest'auto.


Ebbene nel diario, precisamente nel 2012 era accaduto un episodio simile che avevo in parte mostrato con delle immagini ma che ritornerò a far vedere in modo più ampio. Con il video completo. Ma non solo, racconterò anche un episodio accaduto nel mio comune, del tutto simile, sempre a proposito del tagliando in bella evidenza che aveva visto come protagonista il dipendente comunale di cui avevo parlato in questo post. Era stato assunto nel mio comune da pochi mesi. Racconterò il tutto e sopratutto farò vedere molto altro ancora.

4 ottobre 2025 - L'anello mancante

        L'anello mancante        

Erano passati alcuni anni, non ricordo con precisione, quando venne assunto RENATO. Quel ragazzo vivace abitante nel mio comune che si era messo in evidenza in questo episodio. Curioso, vero? Con tutte le aziende presenti sulla piazza verrà a lavorare proprio nelle officine. Ma solo per qualche anno. Dire chi mi aveva rubato la bicicletta non sarebbe possibile, se lui o qualche suo amico, poco importa ma so quello che dico. La scuola professionale situata nel mio comune si chiamava INAPLI. C'era la possibilità di fare due o tre anni, a scelta. Io avevo frequentato tre anni ma era servita a qualcosa? Si, era servita agli insegnanti a prendere lo stipendio perchè io una volta assunto mi ero trovato sullo stesso livello di chi era andato a lavorare subito dopo la terza media. Gli studenti era pochi come numero e mi ricordo che quando era accaduto il fatto le voci tra studenti erano ben precise. Ma questo non bastava, le voci erano solo voci.

Mio padre aveva voluto fare denuncia dai carabinieri. Io l'avevo scongiurato in tutti i modi, glielo avevo detto in tutte le salse, lascia stare che perdiamo solo tempo ma lui era fatto cosi. Aveva un senso del dovere che ne ho conosciuti pochi come lui. Più che altro io avevo paura che la scuola, essendo a pochi mesi dall'esame si sarebbe vendicata e io ne avrei pagato le conseguenze. Invece come ho raccontato, sarà dopo la scuola che ci saranno delle conseguenze. Faccio una breve parentesi. Perchè mio padre avesse una fiducia cosi totale nelle forze dell'ordine non l'ho mai capito. Probabilmente c'era qualche motivo, qualche episodio che io non ero a conoscenza, nel suo passato che lo portavano a ragionare in questo modo. Se il risultato della denuncia aveva prodotto zero circa un anno dopo quando io ero già stato assunto in casa nostra entrarono dei ladri. Io non ero presente perchè in fabbrica mentre mio padre e mia madre erano andati al mercato del comune dove portavano regolarmente la verdura che coltivavano loro stessi con enorme fatica. La casa aveva porte e finestre vecchie, per i ladri non fu difficile entrare. Quasi sicuramente furono degli zingari o loro amici. Dico questo perchè gli zingari avevano relazioni molto strette con i possidenti terrieri della zona. In apparenza erano su sponde opposte ma nella realtà non mancavano i buoni rapporti. Tuttavia dicendo questo non voglio parlar male di una categoria di cittadini che ha le sue usanze, il suo modo di esistere di cui vanno fieri perchè sarebbe ingiusto. Zingari o non zingari i ladri ci sono sempre stati. Rubarono tutto il contante che mio padre teneva nascosto in camera da letto e poco altro perchè da prendere c'era poco. Anche in quel caso mio padre andò a fare denuncia e anche in quel caso risultato zero.

Ebbene ritornando a Renato all'epoca mancava un collegamento. Un prezioso collegamento. Per quale motivo la mia bicicletta nuova non era stata trovata? Domanda facile. L'ho già detto in precedenza, non si era mai verificato un furto in quella scuola, cosi mi aveva detto Garro, professione bidello. Quindi le biciclette stavano fuori. Mentre nel cortile interno lo spazio c'era in abbondanza. Incapacità dei carabinieri oppure perchè trovare l'autore sarebbe stato molto imbarazzante? A quel tempo non potevo sapere, tutto doveva ancora accadere. Ma nel caso della seconda ipotesi mancava un anello a dir poco strategico. Un anello di congiunzione tra Renato e i carabinieri. Quell'anello mi sarà servito su un piatto d'argento. Lo racconterò più avanti. Anticipando dico solo una cosa. Che tipo di persona potrebbe essere colui che aveva il potere di condizionare una delle massime autorità dello Stato? Soltanto uno. Un politico. Il quale è in grado di influenzare non solo privati ma anche dipendenti dello Stato. 

Poco per volta il puzzle diventerà sempre più preciso.

27 settembre 2025 - Il dialogo

        Il dialogo        

Adesso racconto un episodio chiave accaduto nei primissimi anni. Per l'esattezza erano tre anni che lavoravo nella ditta. Un giorno avevo voluto chiedere al titolare una cosa. Una sola ma decisiva. Mi interessava il suo parere e soltanto il suo. Il mio futuro nell'azienda. Ero salito direttamente negli uffici tramite la porta che collegava l'interno del capannone. Avevo detto a una segretaria le mie intenzioni e la cosa fu immediata. Tutti sapevano quanto era difficile trovarlo di buon umore ma non fu quello il caso. Una volta nel suo ufficio gli dissi che mi interessava sapere le mie prospettive future, mio padre lavorava ancora in cartiera e gli avevano detto che io avrei potuto subentrargli il giorno in cui sarebbe andato in pensione, mancavano ancora un paio d'anni. Mi era sembrato corretto da parte mia dirglielo. Lui fu sintetico, ricordo come fosse ieri. "Il suo lavoro è il cuore dell'azienda, vedrà, glielo prometto .... " Il dialogo fu abbastanza lungo. Ebbi modo di conoscerlo in modo diverso dal solito rapporto esistente tra proprietario e dipendente. Io ero una persona curiosa, mi permettevo di fare domande quando il discorso spaziava oltre il lavoro. Probabilmente la cosa era gradita e quindi il dialogo si era allargato e di molto. Avevamo parlato della società, a quel tempo molto, molto diversa da quella attuale. I cosidetti anni di piombo erano a due passi. Detestava tutto l'apparato statale, per lui di vitale importanza dovendoci convivere. Mi aveva anche parlato delle difficoltà che le officine avevano davanti. Venivano prodotte soltanto gru da carico all'epoca, Manta era un luogo periferico rispetto a fabbriche della Lombardia, dell'Emilia, del Veneto. Non facile sopravvivere nel settore privato quando hai grande concorrenza. Ero cosi venuto a sapere qual'era l'unico modo per provare, dico soltanto provare, a vendere qualcosa a grandi aziende private ma di fatto statali. Un modo "italiano" che lui detestava in modo viscerale. L'azienda sopravviveva ma non aveva un futuro. Mi ricordo i tanti mesi in cui nelle officine non sapevamo cosa fare. Era perfino imbarazzante. Le giornate erano eterne. Eppure il signor Pietro non aveva mai fatto uso della cassa integrazione mentre lo stipendio l'aveva sempre dato a tutti. La sorte non gli sarà neanche amica. A parte i suoi problemi al cuore aveva una sola figlia, Suzi. Aveva ventanni il giorno che una malattia gliel'aveva tolta. Il discorso si allargò anche nel personale, sulla parentela ma preferisco astenermi.

Il suo unico scopo nella vita era l'azienda che aveva creato, me l'aveva detto in modo esplicito. Credeva nel capitalismo come processo sociale, come sviluppo della società. Tutte le famiglie, sottoscritto compreso, hanno migliorato le loro esistenze grazie a questo circolo virtuoso che da sempre muove il mondo. Lui onorava il suo ruolo. Un grande timoniere. Senza di lui adesso ci sarebbe magari un supermercato o chissà. Mi domando quanti in Italia hanno vissuto come lui, lontano dai riflettori. Un vero signore. Questa cosa che invece racconto adesso, ricordandola, mi fa sentire molto piccolo come statura nei suoi confronti e non mi fa nemmeno sorridere. Anzi. Avevo scoperto da poco la fotografia come passatempo e gliene avevo parlato come se avessi scoperto l'America. La cosa era poco rilevante. A lui sicuramente interessava poco. Ero cosi venuto a sapere che un suo amico di Saluzzo era anche lui un grande appassionato. Si trattava di una persona di pari livello sociale, era il proprietario del Cinema Italia, centro città. Va ricordato che la famiglia proprietaria dell'azienda era originaria di Saluzzo. Ebbene un giorno racconterò un fatto davvero "unico", impensabile nella società attuale, accaduto proprio nel cinema Italia, una domenica pomeriggio. Proiettavano un film per famiglie con Robert De Niro .....

Il destino aveva in serbo un'amara sorpresa a non molto tempo di distanza. Mio padre a distanza di sei mesi dalla pensione venne colpito da un ictus cerebrale. Si salvò a differenza di tanti. Dovette interrompere subito il lavoro, gli tolsero la patente, mia madre non l'aveva mai avuta. La nostra abitazione era distante dalla statale che collegava Cuneo con Torino ben fornita di mezzi pubblici. La mia vità cambiò profondamente come prospettiva. Non certamente per il fatto che dovevo fare tutto, dalla spesa ai piccoli lavori necessari in una casa di proprietà. Cambiò la prospettiva e molti ideali di plastica. Cambiò anche la prospettiva dentro l'azienda. Il tempo passava e nulla accadeva. Quel luogo di lavoro andava onorato per lo stipendio che mi veniva dato ma era ogni giorno sempre più distante dai miei sogni.

La promessa che aveva fatto? No, non l'ha mai mantenuta. Non verrò mai a sapere il perchè. E mai glielo chiederò. Sicuramente ci fu qualcuno nel suo entourage che lo condizionò nel corso del tempo. Sicuro al cento per cento. Ma chi? Non potevo chiedere a qualcuno, senti, hai sentito tizio, caio o sempronio parlare male di me con il signor Pietro? Ridicolo, nessuno avrebbe risposto. Ma un signore come lui non faceva una promessa tanto per aprire bocca. Inoltre non ero prigioniero, nessuno mi obbligava a restare.

L'ultimo periodo sarà davvero interessante da raccontare, lo anticipo soltanto per il momento.

26 settembre 2025 - Indecifrabile

        Indecifrabile        

C'è un episodio accaduto negli anni che frequentavo il Camaco che è sempre rimasto indecifrabile. Sempre primi anni di lavoro nelle officine. Come ho già detto io ci andavo sempre da solo, sabato e domenica sera. In questo caso fu probabilmente il destino a "regalarmelo". Rientrando a tarda serata nella periferia di Cuneo, nel punto esatto in cui vedete, che mi è rimasto in memoria per via del muretto laterale molto vicino al punto dell'investimento, che c'era già, mentre i lampioni non li ricordo e gli odierni guardrail, quelli non c'erano, un cane di grossa taglia sbucherà da fianco strada senza neanche darmi il tempo di frenare. L'avessi almeno ammazzato, sarebbe stato una soddisfazione da poco ma almeno ci sarebbe stata, invece il cane scomparve nell'oscurità attraversando la strada. Io avevo sempre la stessa utilitaria Fiat che era stata tamponata qualche mese prima. Risultato, mi aveva demolito il frontale. 

L'unico ricordo un po strano, visto l'ora dopo mezzanotte, ero appena sceso dall'auto che si materializza nel buio dal nulla un signore bordo strada. Inutile chiedergli di chi era il cane. C'erano già altre case dall'altra parte. Mi ero preso il danno.

2 settembre 2025 - L'incrocio

        L'incrocio        

C'è un punto preciso nel mio comune che non aveva eguali come personaggi abitanti a distanza di 50 metri l'uno dall'altro. Questo che vedete

Ci passavo tutti i giorni, 4 volte ogni giorno se non di più. Per qualche settimana, dopo che era stato assunto davo un passaggio gratuito a RENATO, che mi aspettava bordo strada mentre alcuni anni dopo invece darò un passaggio sempre per qualche settimana a un nuovo assunto che si chiamava MORIGGI. Anche lui lavorerà nelle officine per un breve periodo e poi dopo andrà a prendere lo stipendio nei Vigili del fuoco. Inoltre proprio in quel punto abitava un idraulico, quello che ci aveva fatto l'impianto del riscaldamento quando mio padre aveva ristrutturato una parte dell'edificio. In che periodo? Nello stesso anno in cui ero stato assunto. Un personaggio chiave, un anello della catena molto rilevante. A 50 metri, abitava il muratore che aveva eseguito i lavori. Anche lui si chiamava MORIGGI.

Tuttavia quell'incrocio lo voglio citare per un motivo che non sono mai riuscito a decifrare. Un episodio molto grave che avrebbe potuto cambiare il mio destino. Rincasavo sempre puntuale dopo le ore 18 quando vedo in lontananza un gruppo di persone che attraversava a piedi proprio quell'incrocio. Uomini e donne. Avevano attraversato la strada in ordine sparso, li tenevo d'occhio già da lontano perchè non erano molto educati. 

Non sembravano persone locali ma forestieri. Le signore avevano due dita di trucco sulla faccia, tutti vestiti eleganti. Magari gli abitanti di quella strada laterale avrebbero potuto dire di più ma non sapevo a chi chiedere. Quando ero a distanza di pochi metri un bambino/a esce dal gruppo e balza davanti il mio bolide. Frenato di brutto e non l'ho toccato per pochi centimetri. Mi sono sempre chiesto, una schifezza di madre come quella del bambino/a avrebbe mai potuto NON CUSTODIRE il proprio figlio al fine di essere investito? Certamente si. 

1 settembre 2025 - Rimini

        Rimini        

Rispettando un minimo di ordine cronologico in questo post racconto una vacanza speciale. La prima oltre i confini del paesello di campagna. Io e ORESTE vivevamo in simbiosi tutti i giorni. Avevamo deciso di andare sulla costa romagnola, A Rimini e non una località limitrofa che avrebbe subito abbassato le aspettative. Ci eravamo andati con il suo bolide, una piccola utilitaria Fiat. C'era anche DIEGO che per alcuni anni aveva lavorato nelle officine. Doveva ancora sposarsi. Nella foto scattata da lui, lo vedete con il proprietario dell'albergo che si trovava nel lungo viale alberato del centro città che portava diritto in spiaggia. 


Purtroppo non ricordo il nome del viale pur ricordando quello dell'albergo. Mi ricordo un giorno rientrando a piedi dalla spiaggia, una ragazza ferma che aspettava il bus venire affiancata da uno scooter di passaggio con due ragazzi a bordo, e centrata in pieno da una borsa della spesa colma di acqua. Era la moda giovanile di quelle estati. L'albergo era un classico per i mesi estivi italiani. Pensione completa, unica opzione possibile, clientela che ci ritornava ogni anno magari da decenni. Mi ricordo un personaggio di quell'estate. Il pomeriggio quando faceva troppo caldo dentro questi alberghi si replicava la vita del bar di paese. Maschi e femmine giocavano a carte oppure seduti tutti intorno a un tavolo raccontavano le loro vite durante l'anno passato lontano dalle spiagge. Era un altro mondo. Panta rei, dicevano gli antichi. Ebbene un pomeriggio un ospite dell'albergo più grande di me, senza chiedergli nulla si avvicinò e mi disse "Guarda che se vuoi fare il playboy hai poi bisogno di tre cose. Il fisico, i soldi, le idee. A vederti come fisico potresti anche starci, sei ancora giovane, i soldi non so se li hai e le idee dipenderà tutto da te." Impossibile dimenticarlo. Mi aveva letto nel pensiero. Infatti avevo tante idee e basta. Non glielo avevo detto, ma io compravo proprio l'edizione italiana di Playboy ..... I media americani erano nel mio destino pur non conoscendo una parola d'inglese. Ma facevano sognare.

28 agosto 2025 - tratti e ritratti

        Tratti e ritratti        

Adesso un ritratto di alcuni colleghi di lavoro. Incomincio con la persona con la quale ho avuto un contatto diretto, quasi tutti i giorni, per tutta la durata della mia permanenza. LUCIANO

Abitava a Rossana, bassa valle varaita. Era il tornitore di eccellenza, quello che faceva le parti dei vari pistoni più delicati, più impegnativi. Una persona con la quale mi ha sempre fatto piacere lavorarci a stretto contatto. Una persona seria, affidabile, di ampie vedute. Tutti giorni da Rossana partiva una loro automobile. Al suo interno c'erano lui, il fratello DINO e FIORENZO. Tutti e tre erano brave persone. Fiorenzo era il magazziniere. Tutti lo conoscevano, tutti erano obbligati a passare da lui quando avevano bisogno di piccoli oggetti, tipo viti, bulloni, guarnizioni e via dicendo

Racconto un curioso episodio. Il giorno che si era sposato, in viaggio di nozze era andato con la sua auto a Roma, la capitale, dimostrando un coraggio insospettato. Al suo ritorno aveva portato ad alcuni amici un souvenir. Un piccolo fiaschetto in miniatura che suppongo sia uno dei simboli dei Colli romani. Come esempio questa foto presa da internet.

Il fratello Dino invece lavorava nel capannone adiacente, in fondo. Lavorava alle presse che servivano a piegare le pesanti lamiere oppure tagliarle in modo preciso. Con lui lavorava una persona della Valle Po di cui non ricordo il nome con certezza, mi sembra Paolo, Non c'è mai stato nessun contatto con loro perchè i lavori erano completamente separati altrimenti lo ricorderei. Erano sempre a stretto contatto e dove c'era uno c'era l'altro. Li chiamavano, in modo simpatico. Yoghi e Bubu. Per chi non lo sapesse erano i due personaggi di un celebre cartone animato americano prodotto dallo studio di Hollywood, Hanna-Barbera.